Gli stendibiancheria sono un elemento architettonico in questo giardino pubblico a Shanghai

Un angolo dimenticato della megalopoli cinese si trasforma in uno spazio pubblico con giardino. Il Corner Garden reinventa anche gli stendibiancheria, trasformandoli in strutture che definiscono lo spazio collettivo.

Nell’angolo sud-est della Shou’er Community, a Shanghai, dove un tempo si estendevano erbacce e rastrelliere improvvisate per asciugare il bucato, oggi si apre un nuovo spazio collettivo firmato dallo studio Viascape. Con una superficie di 360 metri quadrati, the Corner Garden si inserisce in uno dei vuoti triangolari generati dalla particolare geometria del quartiere, diventando parte del più ampio Hudong Experiment – un’iniziativa portata avanti con l’ufficio distrettuale locale per rivalutare gli spazi pubblici nei quartieri residenziali.

La Shou’er Community si distingue per una disposizione planimetrica attenta all’orientamento solare e alla distribuzione dello spazio, organizzata secondo griglie ortogonali e diagonali di 90° e 45°. Questi angoli generano inevitabilmente una serie di interstizi urbani, spesso trascurati o utilizzati in modo precario. Il progetto nasce proprio da uno di questi vuoti, trasformandolo da luogo residuale a micro-paesaggio condiviso.

Viascape design, the Corner garden, Shanghai, China, 2024. Foto CreatAR Images

Il progetto risponde a bisogni concreti degli abitanti, emersi durante la fase di ascolto e ricerca sul campo. In particolare, la richiesta di mantenere – e anzi valorizzare – la presenza di stendibiancheria è stata centrale. In molte comunità cinesi, lo spazio per asciugare i panni non è solo una necessità funzionale, ma anche un rituale quotidiano, una scena domestica che si affaccia sullo spazio pubblico.

Viascape ha trasformato queste strutture in un elemento architettonico primario: una galleria bianca triangolare, integrata nella parete di confine, funge da stendibiancheria ma anche da struttura che definisce e ordina lo spazio.

Il giardino si articola poi in due zone distinte: da un lato un’area verde affacciata sul vialetto secondario della comunità, pensata come filtro visivo e acustico verso la strada e i parcheggi; dall’altro, uno spazio più raccolto lungo il muro perimetrale, organizzato in piccole nicchie pedonali e zone d’ombra, pensato per il relax e la socializzazione discreta.

Oltre alla qualità architettonica, the Corner Garden rappresenta un caso virtuoso di micro-rigenerazione urbana contestuale. In una città come Shanghai, dove la riqualificazione delle aree residenziali storiche procede spesso a fasi disomogenee, con interventi frammentati e materiali incoerenti, progetti come questo dimostrano l’importanza di una regia progettuale continuativa e attenta. 

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